Chi è un artista?

Davide Castellazzi

Ecco una domanda rivolta a noi. Ecco una domanda che pone un problema oltre gli avvisi di garanzia e le rate condominiali.
Che cosa è un artista?
Quel “che cosa” non è causale, poiché l’oggettificazione della vita umana oggi come oggi ha raggiunto livelli inauditi.
Il rapporto che abbiamo con oggetti è di gran lunga più frequente e attraente, così ci insinua questa illusione di controllori delle nostre proprietà, dell’esperienza misteriosa, travolgente, che possiamo respirare vis a vis.

Un artista è prima di tutto un essere umano. È un essere fatto di bisogni, fisiologici (cioè mangia e caga come l’ultimo, che poi è, per l’artista, il primo [dato che gli opposti in poesia non si attraggono, ma coincidono] dei barboni). Santa l’umiltà e la puzza dei barboni, uomini scartati e invisibili agli occhi dei più.

Un artista è un essere dai desideri sconfinati, a suo rischio e pericolo. I suoi desideri non hanno quotidiano, non si lasciano toccare dalla sfera dell’essere in un modo. Un artista è tanti modi, in un corpo e in un’anima.

Un artista è colui e colei la quale non si pongono questo problema del quotidiano, poiché non vi hanno trovato una soluzione razionale, come la maggior parte di uomini e donne, hanno trovato nel sano equilibrio tra ipocrisie sociali e scadenze rispettate con fieri sorrisi di chi ha in tasca non una, ma la verità. La quale fantomatica e ambitissima dagli spiriti più incauti e incendiari, un filosofo tedesco ci ricorda, non esiste.

Superata la contraddizione di una società fatta di oggetti e individui oggettificati, ovvero sia asserviti alla macchina, dedichiamo il nostro sguardo al chi.

Chi è un artista?

Un artista è una creatura dell’intelletto, e tale è un versatile scrittore di prosa, un ottimo professore universitario in grado di conciliare la nozione con la cultura, oppure un macellaio che taglia la carne con un piglio di allegria e con un estro distintivo. Un artista è una creatura dell’emozione, e tale è un poeta maledetto che non cerca consolazioni con una propensione al discorso per associazioni, un pittore sgangherato che cerca muse ispiratrici per strada, oppure un cineasta alle prime, seconde e terze armi che chiede consiglio, costantemente insicuro e in cerca di approvazione, alla sua troupe su come fare una scena.
Un artista, in soldoni, è una creatura tra le più vilipese e le più sacralizzate.
Un artista è un uomo pieno di dubbi, con poche certezze, e tra quelle poche certezze, costruisce i loro mondi.

Attenzione: un artista non è un uomo scevro di idee politiche. Guai a un artista che finge di non conoscere le beghe del mondo politico che lo circondano.
La società perderebbe un punto di vista quantomeno originale.
Un artista conosce una sola guerra: quella interiore.
Da qui, un artista soffre della tragedia di ogni guerra armata, insensata, folle.
Se dobbiamo scendere nell’attualità più vicina il piano di riarmo dichiarato dalla presidente della Commissione Europea per una Europa più libera è di una bassezza culturale indecente, che tradisce storicamente (per citare un esempio tra tanti, il manifesto di Ventotene che ha da poco compiuto 80 anni) ciò per cui è nata e rinata negli anni, l’Europa.
Viva l’arte e chi la mette da parte. Un po’ per sé, un po’ per chi la sa ascoltare, leggere, vivere.

 

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