Quando l'arte sconfigge il buio

Anna Maria Turra

Sembra voler addomesticare l’ignoto. Si chiama The New Lighting Wawe ed è una collettiva di opere d’arte retroilluminate a Milano in Via Angelo della Pergola. Sono 14 artisti e provengono da percorsi differenti, convergono in questa mostra in cui la luce dietro le opere d’arte riporta a una suggestione antica: l’uomo che sconfigge il buio. 

E in occasione della Milano Art Week, la prima galleria interamente dedicata alle opere retroilluminate presenta una collettiva dedicata ad artisti che entrano a far parte del progetto Quadruslight. La mostra, curata da Keygallerymilano, Paola Martino ed Emanuele Beluffi, offre un viaggio attraverso linguaggi artistici differenti: dalla pittura alla fotografia, dalla scultura alla street art, fino all’arte digitale e alla Fiberart. La retroilluminazione diventa il filo conduttore che unisce queste espressioni, trasformando ogni creazione non solo in una nuova esperienza visiva e sensoriale, ma in un oggetto d’arredo, in un’ennesima declinazione di design.

Si ridefinisce l’esperienza artistica con una rivoluzione: come quando Edison con la sua lampada accende il mondo e il tramonto non esprime più la fine della vita sociale ma ne sancisce un nuovo inizio, Quadruslight non si limita a esporre arte, ma la trasforma in un’esperienza in cui luce e tecnologia consegnano un nuovo potere espressivo alle opere. E se l’uomo ha imparato a illuminare la notte a giorno fino a farla quasi scomparire, nello stesso modo qui ogni creazione vive su due livelli: quello tradizionale, visibile alla luce naturale, e quello sorprendente, che emerge con l’accensione della retroilluminazione. Il progetto è una sorta di laboratorio di sperimentazione, un luogo dove l’innovazione incontra la creatività per aprire nuove prospettive nel panorama artistico contemporaneo. Gli artisti in mostra condividono la volontà di sperimentare e contaminano i propri linguaggi con nuove tecnologie e materiali: si tratta di Stefano Banfi, Felipe Cardeña, Roberto Covi, Oliver D’Auria, Fabio Giampietro, Gabriella Kuruvilla, Tiziana La Piana, Mario Lisi, Gianni Maffi, Florencia Martinez, Marta Mez, Rocco Tanica, Attilio Terragni, Giacomo Vanetti.

Ma andiamo a conoscere, uno ad uno, i profili di questa selezione di artisti che contribuisce a rendere la scelta di Quadruslight un evento unico, capace di dischiudere una singolarissima prospettiva nell’arte retroilluminata.

Stefano Banfi è l’artista milanese che reinterpreta icone con uno stile che fonde pop art, arte cinetica e design. Le sue opere, realizzate con light box retroilluminate e tecniche digitali, donano nuova vitalità a capolavori storici, rendendoli dinamici e accessibili. Ha ricevuto riconoscimenti internazionali, tra cui premi alla IV Biennale di Salerno e alla Biennale Internazionale di Arte Armenia Colombia. Felipe Cardeña, nato in Catalogna nel 1979, è l’artista visivo e performer noto per le sue installazioni urbane ispirate alla street art. I suoi collage, colorati ed eccentrici, esplorano temi legati al sacro e alla multiculturalità. Ha esposto alla Biennale di Venezia e in contesti internazionali, collaborando con musicisti e associazioni culturali. Movimento, luce e una sospesa atemporalità sono gli elementi che rendono le immagini fotografiche di Roberto Covi toccanti, sorprendenti, scintille cristallizzate di una continua sperimentazione tecnica e creativa lungo un cammino nei mondi più diversi, dal ritratto alla moda fino a temi poetici che coinvolgono la complessità e l’enigma della dimensione umana. Il milanese Oliver Dauria, attivo dalla prima ondata della street art europea nei primi anni 2000, ha esposto in gallerie e musei italiani, collaborando con OZMO e sperimentando con la poster street art. Oggi è resident artist presso l’associazione SAM, dove crea installazioni site-specific e progetti di custom clothing. Fabio Giampietro è il pittore e artista digitale noto per le sue esplorazioni tra vertigine e illusione spaziale. I suoi dipinti evocano ambienti surreali e prospettive estreme, accentuate dall’uso della retroilluminazione per un effetto tridimensionale. Gabriella Kuruvilla è la pittrice, scrittrice e illustratrice, con un approccio narrativo e simbolico all’arte. Le sue opere affrontano tematiche sociali e culturali, intrecciando elementi autobiografici con influenze multiculturali. Tiziana La Piana, le cui opere sono caratterizzate da uno stile moderno, essenziale e minimalista, dotato di forte personalità, è stata tra le prime artiste italiane ad esplorare l’innovazione dell’arte digitale. Mario Lisi è il pittore e illustratore che sperimenta con il colore e la luce per creare composizioni astratte e figurative d’impatto e trova, nella retroilluminazione, l’esaltazione perfetta per le sue edificazioni.

Gianni Maffi è il fotografo che esplora paesaggi urbani e naturali attraverso una sensibilità lirica e documentaristica. Le sue immagini catturano la trasformazione degli spazi e il rapporto tra luce e architettura.

L’artista argentina Florencia Martinez vive a Milano dal 1990, docente di Fotografia all’Acme, concentra la sua ricerca su fotografia, scultura e Fiberart, con una predilezione per il tessuto come mezzo espressivo. Espone in Italia e all’estero affrontando temi legati al femminile e alla memoria storica. 

Marta Mez è nata in Polonia, laureata all’Accademia di Belle Arti di Varsavia, vive e lavora a Milano. Le sue opere si distinguono per una visione architettonica ispirata a Hopper, dove le facciate di palazzi diventano scenari di vita quotidiana ed evocano introspezione e solitudine. 

Il noto musicista e scrittore Rocco Tanica è l’artista visivo noto per il suo approccio ironico e concettuale. Le sue opere giocano con il linguaggio e l’immagine, creando connessioni sorprendenti tra arte e comunicazione. 

Attilio Terragni, pronipote del noto Terragni, è l’architetto che ha posto la firma sul prestigio di Spazio Como, l’artista che esplora la relazione luce- materia in installazioni sorprendenti. Le sue opere fondono discipline diverse, creando esperienze sensoriali che trasformano gli ambienti. 

E infine Giacomo Vanetti che lavora con tecniche miste, dal disegno alla pittura digitale, con un focus sulla rappresentazione della memoria e dell’identità in un’estetica sospesa tra figurazione e astrazione. 

“Noi siamo luce” sostiene Attilio Terragni al lancio della art gallery dove ad essere celebrata è una delle più folli conquiste in termini di progresso e tecnologia: la luce che finalmente smonta l’oscurità e sottrae alla notte la componente della paura.

 

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